IL SANTO DEL GIORNO: OGGI 18 NOVEMBRE 2020, SAN ODDONE
La Chiesa cattolica commemora
(Prima Pagina News)
Mercoledì 18 Novembre 2020
Roma - 18 nov 2020 (Prima Pagina News)
La Chiesa cattolica commemora
Oddone era figlio di Abbone (o Ebles), signore di Déols, sul confine di Poitou-Lorraine, e della moglie, Ildegarda; nato a Tours, nell'880 ca., crebbe prima nella casa di Foulques Il, conte di Anjou, e poi in quella di Guillaume le Pieux, duca di Aquitania, che successivamente fonda l'abbazia di Cluny.

Oddone iniziò a preparasi alla carriera militare, ma all'età di diciannove anni circa, fu colpito da una malattia non identificata e 011~12/0 ad abbandonare l'idea. Ritornò a Tours, dove ricevette la anasam nella chiesa di S. Martino, ma lasciò la città per recarsi a somare a Parigi e Reims per alcuni anni, dove dedicò molto tempo al suo grande amore, la musica.

Alla fine ritornò a Tours e dine!~ canonico della chiesa di San Martino, dove lesse per la prima volta la Regola di S. Benedetto (11 lug.); accortosi che la sua vita si era allontanata dall'ideale in essa contenuto, decise di diventare monaco, perciò si recò al monastero di Vaume-les-Mes-sicurs, che osservava scrupolosamente la riforma del grande abate S. Benedetto di Aniane (11 feb.), dove nel 909, ricevette l'abito dall'abate Bernone (13 gen.).

L'11 settembre dello stesso anno, Guglielmo d'Aquitania donò a Bernone una proprietà a Cluny, in Borgogna, pochi chilometri a nord ovest di Màcon, perché fondasse un monastero benedettino. La storia successiva del monastero e della straordinaria influenza che esercitò sul monachesimo dell'Europa occidentale, dalla metà del x secolo fino all'inizio del XII, quando si contarono almeno mille case dipendenti, fu determinata da due clausole importanti del suo atto costitutivo: Guglielmo rinunciava a qualsiasi diritto come fondatore e l'abbazia sarebbe stata posta sotto la diretta giurisdizione della Santa Sede (diventando così autonoma e indipendente non solo dal potere temporale, ma anche da quello spirituale, rappresentato dal vescovo locale).

Pur iniziando la sua esistenza indipendente come abbazia riformata che seguiva la Regola di S. Benedetto, Cluny divenne presto il centro di una riforma che segnò la fine della dominazione laica sui monasteri, e spinse verso questo rinnovamento altri paesi, per esempio la Francia. Bernone, che affidò a Oddone l'incarico di dirigere la scuola del monastero a Baume prima di recarsi a Cluny in veste di primo abate, avvicinò molti monasteri all'ideale cluniacense, ma fu Oddone che, successo a Bernone come abate nel 927, e portando con sé circa cento libri che formarono il punto di partenza di una grande biblioteca, consolidò ed estese la riforma.

Il principio sotteso (la scrupolosa osservanza della regola e soprattutto dello spirito della Bibbia) era chiaro, anche se lo stile da vita da lui indicato (povertà personale, celibato e obbedienza) era molto diverso da quello prevalentemente seguito dai clero. Oddone, nonostante ciò, sostenne fermamente questo principio, e molti monasteri, attratti proprio dalla semplicità e da quegli ideali, seguirono le direttive di Cluny; tra i più noti vi furono quello di Fleury-sur-Loire, che ebbe una grande influenza in Inghilterra, e di Bourg-Dieu, sotto la diretta giurisdizione di Cluny, oltre a quelli più lontani, come Pavia, Monte Cassino, Napoli e Salerno, che assorbirono lo spirito della riforma cluniacense.

Nel 931, Oddone ottenne un privilegio importante dal papa: Cluny avrebbe potuto introdurre la riforma in qualsiasi monastero per sua richiesta e avrebbe potuto accettare monaci provenienti da monasteri non riformati. Cluny, in effetti, non avrebbe potuto portare avanti le sue riforme senza l'appoggio costante che ricevette da Roma. Nel 936, papa Leone VII (936-939) chiamò Oddone a Roma, come mediatore nella disputa tra Ugo di Provenza, re d'Italia (926-948), e Alberico, il cosiddetto patrizio dei romani (932-954).

Oddone, che era molto rispettato da Ugo, ottenne un certo successo temporaneo con la negoziazione del matrimonio tra la figlia di quest'ultimo e il figlio di Alberico, ma la pace non fu duratura, e Oddone tornò a Roma ancora due volte per sistemare la questione. Dal momento che, durante i suoi viaggi, era sempre pronto a predicare i principi della riforma monastica, l'abbazia di San Paolo fuori le Mura colse l'occasione della sua presenza per riprendere la "via evangelica".

Il suo biografo racconta due episodi che illustrano la sua personalità e stile di vita: quando si recò per la prima volta al monastero di Fleury, i monaci, risentiti del suo tentativo di scuoterli dal loro stile di vita rilassato, gli andarono incontro armati di spade e pietre, e alcuni lo minacciarono anche di morte se avesse attraversato la soglia del convento. Oddone parlò loro con gentilezza, concesse loro tre giorni perché gli animi si calmassero, poi attraversò l'ingresso cavalcando un asino, come se niente fosse accaduto; «i monaci lo ricevettero come un padre e la sua scorta non ebbe altro da fare che andarsene».

In un'altra occasione, un contadino che affermava che i monaci di San Paolo fuori le Mura gli dovevano del denaro, tentò di ucciderlo tirandogli una pietra. Oddone saldò il debito e non pensò più alla questione, finché apprese che Alberico lo aveva condannato al taglio della mano destra per aver tentato di compiere un omicidio, perciò si recò immediatamente dal principe per intercedere in suo favore. Nel 942, Oddone ritornò a Roma ancora una volta e sulla via del ritorno al monastero di San Giuliano di Tours; si ammalò celebrazione della festa di S. Martino (11 nov.) e morì una settimana dopo, il 18 novembre.

Prima di morire, compose un onore di S. Martino, tuttora esistente; nonostante i numerosi compiti aveva trovato anche il tempo di scrivere e le opere che sono state tramandate comprendono un secondo inno, dodici io metri in onore di S. Martino, tre volumi di saggi morali. una Vita di San Geraldo di Aurillac (13 ott.) e un poema epico sulla redazione. Si dice anche che abbia scritto diversi libri di musica, che però sono andati perduti (e quelli che portano il suo nome non sono stati scritti da lui).

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