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Si tratta della riforma della parte generale del decreto legislativo 231 del 2001, sulla responsabilità penale dell’impresa.
Si tratta della riforma della parte generale del decreto legislativo 231 del 2001, sulla responsabilità penale dell’impresa.
Martedì 30 settembre è stata presentata alla Camera dei deputati una proposta di legge nata in seno all’Ateneo bergamasco. Si tratta della riforma della parte generale del decreto legislativo 231 del 2001, sulla responsabilità penale dell’impresa.
Nel prestigioso consesso, alla presenza dell’on. Jacopo Morrone, presidente della “Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari” e con la partecipazione di AIGA (Associazione giovani avvocati) sono stati illustrati i contenuti della proposta di legge.
“La proposta è molto articolata e complessa – afferma il prof. Pierpaolo Astorina, docente UniBg che, con Gaetano Stea e Federico Donelli, ha seguito questo specifico progetto –. Si tratta infatti di un ambizioso testo che prova a offrire una risposta alle lacune che la legge aveva fin da subito mostrato. Non nascondo le difficoltà che abbiamo incontrato ma anche la soddisfazione di aver potuto offrire un contributo così significativo alla riforma della responsabilità di impresa, con particolare attenzione ai crimini ambientali”.
La riforma punta a bilanciare certezza del diritto ed efficienza, responsabilizzando le imprese e privilegiando la prevenzione rispetto alla punizione. Vengono esclusi oneri eccessivi per le piccole imprese, senza però tollerare comportamenti illeciti. Centrale è la premialità per chi denuncia e isola le “mele marce”, con particolare attenzione ai reati ambientali.
Soddisfazione è espressa anche dal magnifico Rettore, prof. Sergio Cavalieri: “Sono veramente lieto che la nostra Università sia stata scelta per questo importante lavoro e abbia potuto offrire un contributo così rilevante alla Commissione parlamentare. Un ringraziamento particolare va al gruppo di ricerca del Dipartimento di Giurisprudenza, da anni impegnato su tematiche di grande impatto economico e sociale per il nostro Paese”.
Ma questo lavoro non rappresenta un’iniziativa spot. “La proposta si inserisce all’interno delle attività che l’Università di Bergamo-Dipartimento di Giurisprudenza stanno svolgendo per la Commissione, in attuazione del Protocollo di intesa sottoscritto lo scorso maggio”, ricorda Lucio Imberti, Direttore del Dipartimento.
Come sottolinea Anna Lorenzetti, coordinatrice del gruppo di lavoro, “tale organo di rilievo costituzionale svolge indagini sui cosiddetti eco reati, in stretta sinergia con le direzioni distrettuali antimafia per il ruolo potenziale della criminalità organizzata. Molte le attività di collaborazione già garantite alla Commissione, ad esempio sul tema dei rifiuti transnazionali, sulla ‘terra dei fuochi’, sulle zoomafie. E rappresenta dunque per noi un enorme prestigio poter vantare tale collaborazione”.
Primo Ateneo ad aver stipulato un accordo con la Commissione, in virtù degli autorevoli studi sul tema dei suoi docenti (si ricordi il manuale di diritto penale dell’ambiente di Luigi Cornacchia e il volume sulle Ecomafie sempre a sua cura), UniBg ha offerto la propria competenza e professionalità in vista del comune obiettivo di analizzare e contrastare i cosiddetti eco reati, spesso sintomo dell’azione della criminalità organizzata, grazie al gruppo di ricerca coordinato dalla costituzionalista Anna Lorenzetti e di cui fanno parte studiosi di area penalistica (Luigi Cornacchia, Pierpaolo Astorina Marino, Gaetano Stea, Federico Donelli, Luigi Scollo), pubblicistica (Emanuele Comi, Ilaria Genuessi, Andrea Patanè) e dell’Unione europea (Cinzia Peraro), oltre a un chimico (Francesco Saverio Romolo).
Come ha ricordato l'on. Jacopo Morrone, presidente della Commissione, la proposta di legge va a colmare una lacuna presente da anni, mirando alla “ricerca di equilibrio tra certezza e prevedibilità del diritto e fra efficienza e responsabilizzazione delle imprese”. Secondo Morrone, infatti, “L’obiettivo che ci ha mosso è stato proporre un testo che cambi la vita in positivo a tante imprese e a tanti imprenditori senza cedere sul terreno della legalità e della certezza del diritto, garantendo nel contempo semplicità operativa, efficacia e maggiore responsabilizzazione”.