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I giovani guardano con occhio critico i concorsi di bellezza, ma l’opinione pubblica è divisa. Per il 42% degli italiani i format tradizionali non danno origine a comportamenti di oggettificazione della donna. Il Radar dell’istituto di ricerca di Trieste.
I giovani guardano con occhio critico i concorsi di bellezza, ma l’opinione pubblica è divisa. Per il 42% degli italiani i format tradizionali non danno origine a comportamenti di oggettificazione della donna. Il Radar dell’istituto di ricerca di Trieste.
Per la maggioranza relativa degli italiani i concorsi di bellezza non alimentano l’oggettificazione della donna. Secondo i giovani appartenenti alla fascia d’età 18-34 anni, contribuiscono però a normalizzare pensieri oggettificanti, che possono poi tradursi in comportamenti sbagliati. Lo rileva un sondaggio SWG sul “Corpo femminile e Miss Italia”. Uno dei quesiti cruciali del Radar dell’istituto di ricerca triestino è stato questo: “A fronte dei recenti scandali legati alla pubblicazione non consensuale di immagini intime e sessualizzanti di molte donne, che ruolo giocano concorsi come Miss Italia nella legittimazione di tali comportamenti?”. Le risposte degli intervistati variano a seconda della loro età, come nel caso dei millennials e dei maggiorenni appartenenti alla generazione Z.
“I concorsi di bellezza - si legge sul Radar SWG - dividono l’opinione pubblica in due gruppi simili per dimensione: per il 42% non danno origine a comportamenti di oggettificazione, ma per il 36% rischiano di normalizzare atteggiamenti problematici. Tra i più giovani prevale nettamente quest’ultima percezione, segno di una sensibilità diversa che guarda con occhio critico a certi format tradizionali”. Per 8 italiani su 10 il corpo femminile e quello maschile vengono trattati diversamente dai media, ma secondo il 35% il divario si sta riducendo.
“Cogliendo l’occasione della nuova edizione di Miss Italia – spiega in una nota SWG - abbiamo scelto di approfondire il tema dei canoni di bellezza e della rappresentazione del corpo nella società italiana. I dati mostrano come, da un lato, vi sia una crescente apertura verso modelli più inclusivi e consapevoli, dall’altro persista ancora il peso di stereotipi radicati che condizionano la visione collettiva. La percezione di una differenza di trattamento tra corpi maschili e femminili rimane evidente: gran parte degli italiani riconosce che il corpo della donna sia ancora maggiormente esposto e oggettificato, anche se inizia a emergere la sensazione che il divario si stia gradualmente riducendo”.
Per oltre il 50% degli italiani i canoni di bellezza del corpo si stanno evolvendo, ma con una resistenza degli antichi stereotipi. Per 1 su 5 c’è più consapevolezza e inclusione. “Tuttavia – sottolinea SWG - quando si osservano i criteri con cui vengono raccontati socialmente i corpi, emergono gli antichi stereotipi: alla donna si associa soprattutto la dimensione della seduzione, mentre all’uomo quella della prestanza fisica e del potere. Un dualismo che conferma come i modelli culturali e sociali continuino a seguire schemi ben riconoscibili”. (Fonte Radar SWG, valori espressi in %. Date di esecuzione 10 - 12 settembre 2025. Metodo di rilevazione: sondaggio CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 800 soggetti maggiorenni).