Droghe, al via la CND a Vienna: tra retorica e realtà il divario cresce
Per Forum Droghe è necessario cambiare le politiche.
(Prima Pagina News)
Lunedì 12 Aprile 2021
Roma - 12 apr 2021 (Prima Pagina News)
Per Forum Droghe è necessario cambiare le politiche.
Mentre la Commissione delle Nazioni Unite sugli stupefacenti (CND) celebra il 60° anniversario del regime globale di controllo della droga, un nuovo rapporto rilasciato oggi dall'International Drug Policy Consortium (IDPC) evidenzia l’incredibile impatto, in termini di salute e di rispetto dei diritti umani nel mondo, delle politiche globali di “controllo” della droga.

Forum Droghe - l’associazione che dal 1995 si occupa di politiche sulle droghe a livello nazionale ed internazionale, che partecipa al Civili Society Forum on Drugs della Commissione Europea ed è organizzazione accreditata con status consultivo all’ONU – presenta i principali dati del report “Taking stock of half a decade of drug policy - An evaluation of UNGASS implementation” di IDCP, la rete internazionale di ONG per la riforma delle politiche sulle droghe di cui fa parte.

• Nel 2017 nel mondo sono stati registrati 585.000 decessi prevenibili correlati all'uso di droghe, la cifra più alta mai registrata. In Italia le morti da overdose sono in costante aumento da 3 anni, nel 2019 sono state 373 le morti, +39% rispetto al 2016. • 2,5 milioni di persone in tutto il mondo sono in prigione per reati di droga, di cui almeno 475.000 sono incarcerate solo per uso personale di droga. Altre centinaia di migliaia sono detenute contro la loro volontà in virtù di "trattamenti" forzati. In Italia questo dato è ancora più impressionante: quasi il 35% dei detenuti è in carcere per droga, ben al di sopra della media mondiale del 20% e quasi il doppio di quella europea (18%). • Dallo "stop and search" (le perquisizioni su strada) all'incarcerazione di massa, sino alla pena di morte, le forze dell'ordine prendono di mira in modo sproporzionato le donne, le minoranze etniche e altre comunità emarginate, alimentando la povertà e la disuguaglianza.

• A livello globale, solo 1 persona sulle 8 che vivono con una dipendenza da droghe ha accesso alle cure, mentre la disponibilità di servizi di riduzione del danno salvavita è fortemente limitata. In Italia, ad esempio, i servizi di Riduzione del Danno, pur essendo parte dei Livelli Essenziali di Assistenza, non sono garantiti in tutte le Regioni.

• Gli agricoltori che sopravvivono con colture come la cannabis o la foglia di coca continuano a essere soggetti a violente campagne di eradicazione forzata che privano loro e le loro famiglie dei loro mezzi di sussistenza.

• 5 miliardi di persone in tutto il mondo vivono con un accesso limitato o nullo alle cure palliative e antidolorifiche, a causa delle leggi repressive sulle droghe.

• L'aprile 2021 segna anche il quinto anniversario della sessione speciale dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGASS) 2016 sulla droga, in cui tutti i paesi del mondo si sono impegnati ad adottare un approccio alla politica in materia di droghe basato sulla salute pubblica, basato sui diritti e orientato allo sviluppo. Confrontando questi impegni con le prove sul campo, il nuovo rapporto IDPC rivela un crescente divario tra retorica e realtà. "Il 60° anniversario del regime globale della droga ci offre pochi motivi per festeggiare", ha affermato Ann Fordham, Direttrice esecutiva di IDPC. "Negli ultimi cinque anni, sono stati compiuti alcuni progressi, poiché i paesi si sono mossi per adottare positive iniziative sulla depenalizzazione dell'uso personale di droghe e sulla regolamentazione legale della cannabis. Tuttavia, nella maggior parte del mondo, i governi rimangono legati a politiche draconiane che hanno avuto un impatto catastrofico sulle comunità e hanno fallito clamorosamente nel loro obiettivo dichiarato di sradicare i mercati della droga o ridurre l'uso illegale di droghe". Marie Nougier, responsabile della ricerca e della comunicazione presso IDPC, ha dichiarato: "Con questo rapporto, volevamo dare voce a coloro che sono stati più colpiti dalle politiche punitive sulla droga. Ciò che le comunità ci dicono attraverso la nostra ricerca è che continuano a subire criminalizzazione, esecuzioni extragiudiziali, pena di morte, atti di tortura e maltrattamenti, stigma e discriminazione e che viene sistematicamente negato l'accesso a servizi sanitari salvavita. Non possiamo aspettare altri 60 anni per allineare le politiche sulla droga con la salute, i diritti umani e lo sviluppo." Per Stefano Vecchio, Presidente di Forum Droghe “i nodi vengono purtroppo al pettine. Nel mondo, come in Italia le politiche di Riduzione del Danno sono centrali nella prevenzione delle morti droga-correlate e dei danni alla salute delle persone che usano sostanze. La Riduzione del Danno è nei Livelli Essenziali d’Assistenza, ma senza una declinazione precisa, lasciando così una situazione a macchia di leopardo, che lascia intere regioni scoperte anche da servizi minimi come lo scambio di siringhe”.

Il Presidente di Forum Droghe prosegue augurandosi “che la delega alla Ministra Dadone produca un cambio di passo, sia nella garanzia dei diritti alla salute, sia nell’aprire una discussione franca e non ideologica sul fallimento della legge attuale e sulla necessità di una riforma all’interno del percorso della Conferenza nazionale sulle droghe che si è impegnata a convocare”.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright Prima Pagina News

CND
droghe
PPN
Prima Pagina News

APPUNTAMENTI IN AGENDA

SEGUICI SU