Cinema: al via il sesto Zabut Film Festival
Il Festival riunirà a Santa Teresa di Riva (Me), dal 22 al 25 luglio, i migliori corti di animazione internazionali.
(Prima Pagina News)
Martedì 20 Luglio 2021
Messina - 20 lug 2021 (Prima Pagina News)
Il Festival riunirà a Santa Teresa di Riva (Me), dal 22 al 25 luglio, i migliori corti di animazione internazionali.
Zabut – International animated short-film festival, ideato dall’Associazione Taglio di Rema, si prepara ad alzare il sipario sulla sua sesta edizione, in programma a Santa Teresa di Riva dal 22 al 25 luglio, sulla costa assolata della provincia messinese a pochi chilometri da Taormina, e scopre le sue carte: sono 27 i film in concorso, provenienti da 15 Paesi diversi, con ben 9 opere prime, quattro anteprime italiane e un’anteprima europea, selezionati tra le oltre 2000 pellicole iscritte. Le pellicole si contenderanno i quattro premi in palio: il miglior cortometraggio, la miglior colonna sonora, il premio del pubblico e il premio esterno assegnato dal Cinit-Cineforum Italiano dedicato al cortometraggio che “meglio rappresenta i valori della solidarietà e dell’inclusione”.

Gli avvenimenti di quest’ultimo anno hanno contribuito a costruire l’idea di un vivere inevitabilmente connesso agli altri, vicini e lontani. La figura geometrica che meglio rappresenta questo concetto è, forse, il cerchio, ed è la forma con cui tracciare il percorso che unisce i corti selezionati per l’edizione 2021 del festival: la circolarità nei racconti degli autori unisce i legami familiari con l’ambiente, il passato con il presente, i genitori con i figli, diversi luoghi del mondo tra di loro e persino i vivi con i morti.

Nei film di Zabut 2021 le connessioni vengono raccontate con le molteplici tecniche dell’animazione contemporanea, che quest’anno vede due novità tra i generi cinematografici, poco frequenti nel corto di animazione: il documentario e il musical. Diversamente da altri Festival del genere animazione, Zabut dedica una particolare attenzione ai giovani cineasti e quest’anno sono ben nove le opere prime in concorso e alle colonne sonore, alle quali è dedicato un premio.

In molte delle pellicole in concorso emerge il bisogno di una fuga, di superamento del confine, di portare la mente oltre il “terreno”, come in "Loop" e in "Circuit", in cui l’essere umano è rinchiuso dentro un eterno e immutevole compiere di azioni uguali, o in "Dream Of Kafka", che rivisita il famoso sogno kafkiano di un risveglio fuori da sé. Inoltre, sono evidenti la ricerca spasmodica di risposte ad eventi e connessioni surreali che tormentano la protagonista di "Imbued Life", o l’attenzione alla complessità delle relazioni famigliari come in "Gonflé", narrate dall’alto di una mongolfiera.

La montagna come metafora di ostacolo da superare è la protagonista di "The Great Milestone", ma sono tante le sfide che ritornano nelle pellicole selezionate: quelle che portano alla scoperta del proprio coraggio come succede a Mathieu, lo stagista del “triste mietitore” di "Stagiaire d'Enfer", o quelle alle convenzioni sociali di una sessualità ancora da svelare raccontata da "A Little More Blue".

E ancora quella alla vita stessa, ai suoi infiniti imprevisti come la morte prematura in "One Left" e "Conspiracy" e agli eventi e disastri indipendenti dalla propria volontà come in "Quoi Qu'il Arrive".

Spazio anche all’attualità con il racconto per immagini animate della difficile sopravvivenza al cambiamento climatico degli orsi polari di "Migrants", costretti a muoversi per resistere alle mutazioni dell’habitat.

Il mondo di oggi è raccontato anche in "Sad Beauty", dove la natura risponde alla tragedia attraverso inaspettati messaggeri. Irrompe con tutto il dramma anche il delicato tema della criminalità organizzata in "La Grande Onda", che ripercorre nelle parole della figlia la dura storia dell’ingegnere Gennaro Musella, brutalmente assassinato per aver segnalato questo sistema.

Ma a farla da padrone sono le relazioni, rese difficili da distanze fisiche e sociali, come in "This Side Other Side" e "Precious", che mettono al centro la potenza e il valore dell’amicizia capace di ristabilire e ricostruire rapporti o che, come in "The White Wale" fanno superare il dolore della morte in guerra degli amici. Sarà il loro stretto legame a permettere alle due giovani protagoniste di "Step To The River" di fronteggiare le conseguenze drammatiche delle politiche di limitazione delle nascite.

Vita di coppia e vita famigliare, quell’intrecciato sistema di rapporti che unisce e divide viene narrato nei corti in uno stile del tutto personale che emerge dai singoli racconti, tutti diversi ma accomunati dall’intensità dei sentimenti. Le storie d’amore con i loro piccoli fallimenti, le sfide quotidiane e il lieto fine inaspettato attraversano alcune tra le opere in concorso: da "The Bond", che racconta la difficoltà nell’affrontare i problemi personali in coppia, a "Old Hag", in cui il protagonista si rivolge ad uno stregone per risolvere in maniera stramba le contese con la suocera, a "Solitaire", dove il protagonista è Renaud, un solitario uomo che vive chiuso nella sua casa parigina, fino a quando non arriva una nuova dirimpettaia.

Difficili da districare sono i rapporti familiari, tra parole che non si dicono più come in "Trona Pinnacles", finalmente scritte come in "Listen Papa", “recitate” in punto di morte al protagonista di "The Deceased", o costrette a ritrovarsi guidate dall’ultimo desiderio della madre dei due gemelli di "Carried Away".

E poi la fantasia, quella che da sempre emoziona e affascina il pubblico di tutte le età nei film di animazione: storie di riti ancestrali e divinità sono raccontate nella pellicola messicana "Tio", mentre è una partita tra scacchi in argilla a riempire le sequenze di "Chess".

In anteprima assoluta, al Festival sarà presentato "La naturale bellezza del creato", film d’animazione ispirato a Rifare Bach nuova creazione di Roberto Zappalà, prodotto dalla Compagnia Zappalà Danza (regia e animazione di Michele Bernardi, giurato di questa sesta edizione, concept e coreografie di Roberto Zappalà). Il progetto del film nasce dall’esigenza di Roberto Zappalà di confrontarsi con un linguaggio per lui nuovo, quello dell’animazione. Così ha chiesto a Michele Bernardi di realizzare un film in collaborazione, che potesse rispecchiare le atmosfere, la poetica e le suggestioni che il coreografo ha prodotto sulla scena.

La creazione di Roberto Zappalà, "Rifare Bach", da cui prende spunto il film, debutta in prima assoluta il 29 settembre 2021 al Teatro Politeama di Napoli nel cartellone del Campania Teatro Festival.

Tra gli eventi in programma, ad arricchire la quarta serata anche la performance audio/video live realizzata dal collettivo catanese MammasONica, un progetto in prima assoluta denominato “Soundtrack”, che immergerà gli spettatori in un’esperienza sensoriale del tutto nuova per il contesto in cui si svolge la manifestazione. Un entusiasmante viaggio antologico nelle creazioni site specific, dal teatro greco di Taormina attraverso i vigneti della Napa Valley, ripercorrendo attraverso un live set i progetti del collettivo che oltre ad aver ottenuto premi internazionali e riconoscimenti accademici, vengono spesso presentati come paradigma estetico nel gestire locations con una forte e complessa identità storica.

MammasONica è un creative studio dalla connotazione trans-mediale unica vincitore di numerosi premi internazionali e riconoscimenti accademici: esplora i confini estetici dell’arte in movimento, dalle A/V performance al design luminoso, dalle installazioni interattive al nuovo media-teatro, ed è in grado di coniugare i nuovi ambienti digitali alla valorizzazione e conservazione del patrimonio storico e culturale, nell’elaborazione di nuovi modelli applicativi tra arte e sperimentazione tecnologica.

Il rapporto tra immagini animate e musica che caratterizza il festival fin dalla sua prima edizione vede a Zabut 2021, nella quarta serata, l'esibizione di Francesco Cusa. Il batterista e compositore, e membro della giuria di questa sesta edizione, accompagnerà dal vivo il cortometraggio muto di Charles Bowery “Ewol" improvvisando sulle immagini rilassate e frenetiche del film di quello che è stato definito "il più grande comico di cui non avete mai sentito parlare".

Charles Bowers attore e regista ha infatti incominciato la sua carriera proprio con il cinema d'animazione. Un omaggio del festival a un grande autore poco conosciuto attraverso i suoni live di un grande musicista.

Anche l'installazione, a cura dell’Architetto Carmelo Casale, che arricchirà la location del festival rende omaggio alle tecniche cinematografiche e dell'animazione in particolare, ispirandosi alle fasi operative che si nascondono dietro un'opera proiettata sullo schermo. Un modo per immergere, sin dall'ingresso in sala, lo spettatore nelle sensazioni che potrà vivere durante le serate del festival.

Per rivivere tutte le passate edizioni del Festival, fino al 31 agosto, all'interno dei locali di Villa Ragno, è possibile visitare il percorso espositivo “fantastico” dedicato ai manifesti, agli allestimenti e ai loro iter creativi.

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